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Osservatorio_Geofisico_Targa.png Osservatorio_Geofisico_Rilievi1.png Osservatorio_Geofisico_Rilievi2.png(foto di Marianna Cangemi)

Nuova vita al tunnel geodetico dell’allora sede ING “Antonino Lo Surdo” per il monitoraggio sismico urbano

Durante i lavori di ripristino dell’Osservatorio per lo studio della geodinamica dello Stretto di Messina i ricercatori hanno rinvenuto un gioiellino di architettura geofisica che tornerà alla sua funzione originaria grazie ai fondi del progetto PNRR-MEET (Monitoring Earth's Evolution and Tectonics).

“Abbiamo idea che sia stato realizzato tra gli anni ‘60 e‘70. Sappiamo da un’unica pubblicazione a firma Paolo Baldi che nel 1974 un tiltmetro posto in questa sede ha registrato un terremoto. Non abbiamo dubbi però sul fatto che il tunnel sia stato costruito per finalità scientifiche: le pareti svincolate dalla roccia incassante e la stanza semisferica avevano lo scopo di evitare l’effetto termoelastico (variazioni di temperatura dovute a estate/inverno, giorno/notte), a protezione della strumentazione. Inoltre abbiamo ritrovato un pilastro ancorato in profondità, direttamente sul substrato roccioso, atto a isolare gli strumenti dai movimenti circostanti”, racconta il ricercatore Mario Mattia.
Grazie alla scannerizzazione laser è stato possibile caratterizzare con precisione il sito ipogeo che tornerà a ospitare inclinometri e sensori sismici per costituire un nodo della rete sismica urbana. Più di 50 stazioni verranno infatti installate  per lo studio della variabilità dello scuotimento sismico a seconda del terreno, che saranno uno strumento prezioso per la valutazione accurata del rischio sismico a scala cittadina. 


Recupero dei fori piezometrici dell’ex-Società Stretto di Messina per la nuova rete idrogeochimica
 

Grazie al progetto PNRR-MEET avverrà anche il parziale ripristino della rete piezometrica, ovvero di quei pozzi dove si misurano le variazioni del livello della falda, che l’INGV ha acquisito nel 2015 nell’ambito della messa in liquidazione della Società Stretto di Messina Spa. I ricercatori dell’INGV hanno analizzato lo stato di tutti i siti e una parte dei fori è risultata idonea al riutilizzo e costituirà il primo nucleo della rete di monitoraggio idrogeochimico. Come si legge nel Rapporto tecnico appena uscito, a firma della ricercatrice Marianna Cangemi e dei ricercatori Paolo Madonia e Mario Mattia, i sensori idrogeochimici sono in grado di rilevare le variazioni dei parametri fisico-chimici delle acque sotterranee, variazioni che possono fornire importanti informazioni sui processi sismogenetici in atto.